Conversazioni a tavola

Cosa c’è di meglio che una rilassante conversazione  a tavola?
Un piacere che si sta via via perdendo a causa del cambiamento dei ritmi della vita, della sostituzione del tempo che una volta era dedicato alla convivialità ritrovata mentre si attendeva che gli spaghetti fossero cotti al dente, della diversificazione del pranzo o della cena, da “slowly” (lentamente) a “speedy” (velocemente), per usare un paio di termini esterofili che non hanno rovinato solo la lingua italiana, purtroppo.

E non si creda che il concedersi un pranzo o una cena in qualche locale serva a mitigare questa pratica ormai quasi dimenticata.
Il nostro cellulare, lo smartphone, per alcuni anche il tablet, ci rapisce comunque ai nostri compagni del momento per evitare di intavolare una qualsiasi discussione che non siano i soliti monosillabi o, al più, la lettura ad alta voce del menu.

Una volta la tavola era il fulcro, il punto di incontro della famiglia riunita alla stessa ora per consumare un pasto che veniva vissuto quasi come una cerimonia, privata per quanto possibile tranne i giorni di festa, ma piena di riti quasi sacrali provenienti dalla tradizione familiare o locale.
La mise en place era rispettata in modo maniacale; l’attribuzione del posto a sedere era l’esempio della gerarchia familiare, con il capo famiglia a capotavola, la “donna di casa” (solitamente la moglie) sempre seduta lateralmente e con le spalle ai fornelli ed il resto della famiglia tutta attorno lasciando comunque lo spazio vuoto di fronte al capotavola in caso di ospiti improvvisi o che veniva occupato dalla nonna o dal nonno di uno dei due coniugi.

Una fotografia idilliaca e nostalgica che ormai non viene più riprodotta dal vivo nelle nostre case sempre più vuote, se non in pochi ed eccezionali casi di vita in luoghi di provincia con ancora forti radicazioni contadine o sociali di una volta.

Oggi il tempo è prezioso, i ritmi di lavoro (per chi ancora ha la fortuna di averne uno) sono frenetici e si perde sempre più tempo negli spostamenti da e per, a causa del traffico o del dilatato passaggio dei mezzi pubblici che allunga notevolmente il tempo che si impiega fuori casa.
A questo si aggiungano le diverse attività extra lavorative (palestra, piscina, ritiro dei bimbi a scuola, ecc.) e si finisce con il ritrovarsi a casa ad orari sempre più tardi, dopo aver anche consumato frettolosamente qualche cosa in giro, da soli o con amici/colleghi/altro, … davanti al pc o alla tv.

Brutta storia la modernizzazione.
A farne le spese è proprio la socializzazione che abbiamo ormai delegato quasi interamente al mondo virtuale e falso dei social network o delle applicazioni che ci illudono di poter contattare tutti nel mondo.

E le belle discussioni che una volta si intraprendevano proprio a tavola, tra una forchettata ed un’altra, restano ormai relegate nel mondo dei ricordi nostalgici.

In famiglia erano momenti di condivisione, a volte piacevoli a volte no, in cui la “mamma” se non adeguatamente impietosita e con la solenne promessa (mai mantenuta) “di non farlo più”, accusava il comportamento scorretto di un figlio/a al papà- marito.
Il papà – marito, distratto dal grasso e sugoso sapore di quel piatto di bucatini all’amatriciana, spesso si limitava a grugnire qualcosa che poteva anche essere una grave minaccia di punizioni corporali ma che risultava talmente incomprensibile anche a lui stesso da essere seguita, immediatamente dopo, da una generosa bevuta di un bicchiere di quel vinello fresco appena spillato e tutto si concludeva con un frenetico rumore di forchette da parte del figlio che temeva la classica frase (nella peggiore delle ipotesi) recitata dal padre: “alzati da tavola e vai in camera tua che dopo facciamo i conti”.
Oppure quando il papà – marito ostentava orgogliosamente il successo ottenuto quel giorno in azienda, per una azione di cui il “padrone” lo aveva lodato davanti a tutti.
Oppure ancora quando la mamma – moglie faceva cadere quasi timidamente su tutti, la famosa frase: “oggi tua figlia ha preso un bel voto in Italiano con un tema sulla famiglia”.
O quando il papà – marito, rivolgendosi più a se stesso che agli altri familiari, proclamava che per il prossimo fine settimana si sarebbe andati tutti da qualche parte a far visita a questo o a quell’altro parente non troppo lontano, per prendere una boccata d’aria.

Oggi, purtroppo nella maggior parte dei casi, non è più così.

Oggi la tavola è diventato esclusivamente un elemento di arredo perchè non può esistere una cucina con pensili ed elettrodomestici senza un tavolo e le sue sedie.

Alcuni si sono addirittura spinti ad estremizzare il concetto di tavola concependo le famose penisole, dei soppalchi a cui riesci ad arrivare esclusivamente grazie a dei trespoli altissimi chiamati stranamente sgabelli.

E le conversazioni non si fanno più a tavola ma comodamente (più o meno) seduti in qualsiasi parte della casa o della città, davanti ad uno schermo luminoso con tasti a comparsa o tastiera dedicata, casse ed altoparlanti, microfoni integrati o esterni, a parlare con nick stravaganti che compaiono in una lista di Watsapp o di Facebook, o di Skype o di qualche altra diavoleria inventata per “socializzare” ma non certo per relazionare de visu.

E fra un pò di tempo anche la tavola, con le sue storie e momenti, diventerà “vintage”.

Questo spicchio di sito, per quanto virtuale, vorrebbe presuntuosamente diventare una tavola, un desco di antica memoria, dove intrattenere gli ospiti che spero siano sempre più numerosi, in una o tante conversazioni proprio come se fossimo una grande famiglia allargata.

Benvenuti a tavola!

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