Il Salone Nautico di Genova 2014 sposa un’altra eccellenza italiana: sarà Eataly a curare il servizio di Food & Beverage

Il Salone Nautico 2014 è ormai alle porte e c’è un’ottima notizia per tutti, operatori e visitatori che
dall’1 al 6 ottobre 2014, affolleranno stand e banchine della fiera genovese: tutta la rete di ristorazione, durante i giorni della manifestazione, sarà curata da Eataly, l’importante marchio che promuove e valorizza la qualità enogastronomica italiana.

Al di là delle critiche e dei commenti che il marchio Eataly si trascina dalla sua nascita, indubbiamente questa joint venture può rappresentare per le sorti del Salone, un indubbio vantaggio.

La collaborazione ha il suo cuore nel Food Court, elegante spazio allestito nel Sailing World, la
nuova area dedicata alla vela e al turismo nautico, mentre numerosi street food corner localizzati in diversi punti chiave di tutta l’area espositiva offriranno ai visitatori il meglio del “cibo di strada” di qualità, interpretato in stile rigorosamente italiano.

E così, se il cuore pulsante dell’esposizione saranno chiaramente le barche e l’acqua, il nuovo Food Court rappresenterà il centro del relax e del comfort.

Qui, infatti, si svolgeranno eventi legati all’enogastronomia mentre, grazie alla collaborazione con Yamaha ‐ strumenti musicali, varie jazz band si alterneranno per allietare visitatori e operatori in un’atmosfera glamour e conviviale al tempo stesso.

La collaborazione con Eataly si inquadra perfettamente nel programma di rilancio – dichiara Francesco Anton Albertoni, Presidente di Saloni Nautici SpA – e ci permette di mantenere fede a due punti fondamentali del nostro progetto: migliorare il sistema di servizi e infrastrutture, per rendere più gradevole l’esperienza di visita e valorizzare il Made in Italy attraverso partnership con le sue eccellenze più note e riconosciute”.

Oscar Farinetti, fondatore e presidente di Eataly: “Siamo onorati di curare la ristorazione del Salone Nautico di Genova. È una bellissima occasione per mostrare con orgoglio due grandi eccellenze italiane: la cantieristica e l’enogastronomia, due asset fondamentali per il nostro Paese in Italia e nel mondo”.

Come preparare un buon risotto?

Il risotto è tra i primi piatti più realizzati nelle nostre cucine casalinghe ma spesso non troppo amati e nemmeno presentati dai ristoranti.
Sono pochi, in effetti, i ristoratori che inseriscono in menu un risotto e spesso sono solo alcuni ristoranti stellati a proporre piatti del genere.
Il perché è presto detto: occorre tempo per la preparazione e si sa che al ristorante il tempo è nemico della cucina e non incontra il favore della clientela costretta ad attendere molto per un primo.
A casa, tra le confidenziali mura domestiche ed in una atmosfera assolutamente familiare, la cosa si prospetta in maniera assai diversa.
Innanzi tutto il tempo è ottimo complice, poi gli ingredienti che possono essere scelti a piacere direttamente con la spesa mirata, ed infine l’elemento principe: la passione per la buona cucina.
Per fare un buon risotto, infatti, è necessaria prima di tutto la passione e poi la capacità di provare piacere da cosa si cucina.
Vanno precisati ancora alcuni punti per fare un risotto magistrale: la scelta degli ingredienti di base e di condimento, senza i quali il risotto perderebbe quella carica esplosiva e delicata insieme, che ne possono decretare l’apprezzamento o meno.

Uno di questi è il vino.
Per quanto attiene al vino, un vecchio detto delle campagne vercellesi recita: “Il riso nasce nell’acqua e muore nel vino” intendendosi per vino sia quello che si aggiunge in cottura sia quello che si gusta in accompagnamento.
Da ricordare tassativamente che, tranne che per il risotto allo champagne che ha storicamente un fondo leggermente acidulo e “sfriccicoso”, il vino va sempre fatto sfumare prima di essere aggiunto al riso e va sempre aggiunto dopo la tostatura e poco prima di aggiungere il brodo.

Altro elemento importante è il brodo di cottura che, a seconda se il risotto sia di carne o di pesce o di verdure, deve contenere pochi ingredienti che non coprano l’eventuale pietanza principale scelta ma che ne siano di complemento e di esaltazione.
Personalmente ho sempre preferito, sopra tutto per i risotti a base di carne, un brodo leggero formato esclusivamente da carota, sedano e patata mentre per i risotti a base di pesce, il fumetto realizzato con gli scarti del pesce stesso o dei crostacei (lische e testa con esclusione delle interiora).

Foto Vincenzo Pellino

Foto Vincenzo Pellino

E non va dimenticato il soffritto che in un risotto rappresenta l’inizio della cottura e la fine della progressione culinaria del piatto che si intende preparare.
Il soffritto di cipolla deve cuocere senza mai imbiondire, in una padella separata e usando una fiamma bassissima. I romani dell’antica Roma solevano dire che la cipolla doveva essere soffritta alla semplice fiamma di una candela.
La cipolla deve diventare traslucida, quasi trasparente e va sempre aggiunta in ultimo e mai all’inizio in qualsiasi risotto (il soffritto serve per amalgamare i sapori e non per dare sapore!).

Passiamo ora al condimento del risotto, tenendo presente che tutti gli ingredienti di condimento del riso vanno sempre aggiunti quando il riso è pressoché cotto, perché in questo modo mantengono tutti i loro sapori originari e non vengono stracotti e devastati nel brodo necessario unicamente per la cottura del riso.
Da considerare che applicando tutte le regole di cui sopra arriviamo ad avere un risotto in cui si percepisce anche il sapore del riso e non soltanto il sapore di un amalgama di gusti.

Fondamentale è, comunque, poter disporre di un ottimo riso come materia prima, perché non tutti i risi sono uguali e non tutti i risi hanno la qualità che dichiarano.
Ma qua la scelta è estremamente personale, oltre che imposta da aspetti economici o di reperimento nella zona in cui si abita o si opera.

Risi
Una azione essenziale è la sgranatura a crudo dei chicchi di riso.
Una volta decisa la quantità da usare per la preparazione, ci si aiuta con gli occhi e con le dita per individuare e scartare eventuali piccole scorie di lavorazione, chicchi anneriti o rotti e corpi estranei che sono ancora più presenti se il riso proviene direttamente da una riseria biologica.
Poi sarebbe utile sciacquare i chicchi sotto un bel getto di acqua fredda per eliminare un eventuale eccesso di amido che coprirebbe eccessivamente il sapore stesso dei chicchi una volta cotti.

Insomma, preparare un buon risotto non sarà certamente veloce ma credetemi, il risultato finale riuscirà sicuramente a compensare quella decina di minuti in più, necessari se si adottano le tecniche sopra descritte.

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